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Il fallimento dei precedenti tentativi_ ARTRIBUNE

È da quando, nel 1977, la Francia varò la Legge per l’Architettura che gli architettiitaliani tentano affannosamente di restituire all’architettura la centralità che le spetta; eppure fu una battaglia vana. Anche nel 2007, in occasione del discorso di Nicolas Sarkozy all’inaugurazione della Città dell’Architettura, la Francia propose una visione moderna e qualificata della società da cui partì in Italia una concitata rincorsa che, ancora una volta, fallì. Credo che, se ottenessimo la promulgazione di un testo di legge sul principio della centralità dell’architettura, gli effetti reali sarebbero irrilevanti. C’è infatti, in questo tentativo di recuperare gli spazi di praticabilità perduta, una carenza di analisi della reale situazione italiana. Pur avendo espresso negli Anni Cinquanta e Sessanta un modello per la cultura architettonica europea, si è perso il valore della centralità della qualità progettuale; e ancora più irrealistica è la battaglia sulla riattribuzione delle competenze tecniche. Oggi, per essere chiari, non viene riconosciuta nessuna dignità alla stessa funzione del progettare. Forse, per credere che una legge sull’architettura possa risolvere la situazione, sarebbe necessario stralciare il Codice degli Appalti e dedicare alla progettazione un’apposita normativa. Nell’aprile del 2007, con l’Inarch e il Senatore Luigi Zanda, redigemmo un testo di emendamento all’art. 8/legge 163 in materia di disciplina della progettazione, depositato in Parlamento, dove è rimasto. Qualcuno, anche per pura curiosità, potrebbe forse ritrovarlo.

 

 

AMEDEO SCHIATTARELLA

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